Il SARS-CoV-2 è anche un batteriofago: Gli autori del lavoro hanno osservato che in vitro funzionano alcuni antibiotici, impedendo la replicazione nelle cellule batteriche. Quattro in particolare.
“Gli studiosi hanno testato anche gli antibiotici che funzionano contro questo ulteriore meccanismo di replicazione – spiega il dottor Giuliano Marino, esperto in procedure e protocolli sanitari e in Clinical Governance – Ritengo che di fondamentale importanza sembra essere la tempistica di utilizzo in virtù della presenza anche delle tossine batteriche: più vengono prodotte tossine, intuitivamente, peggiore sarà il quadro clinico. Perciò, le cure vanno somministrate il prima possibile”.
“Se è batteriofago, ci saranno sempre più varianti”. Problemi con alcuni antinfiammatori.
I batteri sembrano produrre tossine simili alla fosfolipasi A 2, che agisce sia sui meccanismi della coagulazione e soprattutto su quella dell’infiammazione potenziando la polmonite. Se Il malato dovesse assumere un particolare antinfiammatorio potrebbe amplificare tali sintomi. Renderebbero più grave la polmonite. Da questa sinergia di tossine- farmaci possono solo derivare aumenti di coagulazione, problemi neurologici, polmoniti”. Le tossine spiegherebbero anche i long-COVID.
In questo studio gli autori hanno persino pubblicato alcune sequenze mutate delle proteine del virus, prodotte dai batteri. Questo concetto era stato espresso dal Dr. Carlo Brogna “Il virus è anche batteriofago e quindi sta ovunque, è ubiquitario e viene mutato costantemente -aveva detto Brogna. “Per questo è riduttivo parlare di variante brasiliana, indiana e quant’altro: fra poco ci sarà anche la variante lombarda, o di Cinsello Balsamo. Ma la cosa positiva è che si cura”. Così, aveva lapidariamente asserito il ricercatore. “Il problema è che se il virus è batteriofago, le tossine prodotte possono essere additive ai farmaci normalmente assunti da una persona in terapia per alcune patologie. Ad esempio, potrebbero causare molti problemi alcuni antinfiammatori, gli ace inibitori, i beta bloccanti, i calcio antagonisti, i farmaci per il Parkinson, per l’Alzheimer e per molte altre patologie.